Da Anna Magnani a Brigitte Bardot: l’Automobile è Donna.
l’Automobile è Donna. In alcuni casi, lo è molto di più.
Che l’Automobile sia Donna, penso di averlo detto diverse volte, qui su SuperPista, così come su alcune testate e in altre varie occasioni.
Oggi, però, è l’8 marzo, e a maggior ragione vale la pena citare tutti quei modelli automobilistici che si sono distinti per essersi rivolti a un pubblico femminile.
Certo, fa strano parlare di modelli, per forza si cose al maschile, se l’automobile è diventata, attraverso Gabriele D’Annunzio, assolutamente femmina.
Femmina come lo è, nei listini attuali, la Ypsilon.
L’ultima produzione Lancia, unica superstite a listino, è rivolta esclusivamente a un pubblico con la gonna.
Quando nacque la Y10 e, prima ancora, nel 1969, L’Autobianchi A112, di cui ho già parlato in queste pagine, il target era per lo più composto da donne, di classe medio alta.
Era, però, anche la seconda auto per eccellenza, e poteva contare su versioni capaci di renderla unisex. Basti pensare alle Y10 Touring e Turbo, o alle successive GT, o addirittura alle LX.
Giovani, briose e lussuose.
Derivavano dalla Panda, ma erano tutta un’altra pasta.
Tra l’altro, bisogna evidenziare che oggi stesso, 8 marzo, stia partendo il Panda Raid.
Che dire, della Panda?
Femminile? Maschile?
Dipende dagli allestimenti: la Shopping, nel ’92, era l’alternativa alla Y10 Avenue, o alla Y10 Mia, lanciata addirittura da Carol Alt, sex symbol sofisticata e indiscussa, per un intero decennio.
Poi si aprì l’era Micra. La giovane anglo-giapponese piaceva tanto, a inizio anni ’90, in Italia.
Poi, il suo successo scemò, fino a diventare un anonimo modello, irrilevante in termini di vendita, come spesso succede alle migliori figlie delle case nipponiche.
Prima, grandi successi, poi versioni sempre più impersonali.
Andando più ancora a ritroso, sempre per una clientela un po’ su, va evidenziata l’invenzione dell’Idroconvert, sulla Fiat 850.
Piaceva molto alle signorine bene, che apprezzavano la guidabilità e il comfort, mentre iniziavano a scoprire la trazione anteriore della Innocenti Mini, da Lambrate.
Chiaramente, sto parlando del mercato italiano, perché nel Mondo ci sarebbe da perdere la testa.
In America, soprattutto, ma anche in Francia e Gran Bretagna.
Chi si dimentica la Renault Floride di Brigitte Bardot, usata per fare la spola tra La Madrague e la plage?
Chi si dimentica la Peugeot 205 CJ, di Pininfarina?
La 205, in generale, piaceva alle donne perché era comoda e scattante.
Per girare a Roma, era la prediletta di Silvana Pampanini, negli anni ’80.
E poi, per la donna che non deve chiedere mai, c’è la Porsche 911 Turbo Cabriolet.
Esistono film che scompaiono nel nulla, ma che lasciano immagini indelebili, per usare un termine retro.
Basti pensare a Sharon Stone, alla guida di una 911 Turbo, occhiali da sole e capelli al vento.
Per tornare al punto di partenza di questo breve sunto, c’è da dire che la Lancia Y fosse la city car preferita da
Sandra Mondaini, in colore verde chiaro metallizzato.
Mentre, per quando riguardi la stampa specializzata italiana, rimane indimenticabile il bacio tra la Lancia Flavia e
Franca Rame, sulla copertina di Quattroruote, nel 1961.
Nel Cinema, a livello mondiale, domina comunque Anna Magnani, con la sua Fiat 850 Spider color Giallo Positano, ne “l’Automobile”, capolavoro amato più all’estero che in Italia, con musiche di Ennio Morricone.
A un giorno dall’anniversario dalla nascita di “Nannarella”, dedico soprattutto a lei queste righe.

Enzo Bollani | Milano, 8 marzo 2019.