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l’introvabile Tipo Telethon – Superposter
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l’introvabile Tipo Telethon

Gli anni ’90 sono quelli delle megamaratone televisive. Non sono mai finite. Alcune perdurano dal 1991, e i presenti non si sono accorti siano passati Trent’anni e qualche mese… Sono ancora in onda, come i guerrieri giapponesi spersi nelle isole del Pacifico, tra l’Autogrill di Somaglia e Casalpusterlengo. Quando c’è la nebbia, potresti essere ovunque.

La prima, la più eclatante e tuttora in vita, è stata Telethon. Poi è arrivata Trenta ore per la Vita, ma è morta da un tot, nei palinsesti di Cologno Monzese.

Erano dirette infinite, contenitori senza fine, alcune volte senza capo, senza coda di cavallo (Fiorello costava già), ma con una quantità industriale di ospiti e un occhio particolare per i bambini, oggi tutti ultratrentenni, ovviamente.

Ed erano rigorosamente sotto Natale. Ecco: coincidevano perfettamente con l’avvento dei monovolume, e ne riprendevano la generosità di dimensioni, l’eccesso familistico, i contenitori nei contenitori dei contenitori. Oltre ai contenitori, alcuni dimenticati persino dai progettisti, che non sapevano più dove avessero messo i portaocchiali.

In questo quadro di megabeneficenza, quando la BBurago era italiana, si decise di produrre un modellino per fare del bene: la Tipo Telethon.

Solo in scala 1/24, affinché costasse un po’ di più e affinché potesse fungere da regalo di Natale senza passare per poveracci, la Tipo Telethon è una mosca bianca, nel modellismo dell’ex casa di Burago di Molgora, insieme ad altre varianti su base Tipo, di cui parleremo tra 32 anni e 18 ore, per rimanere coerenti con l’articolo.

Vantava un packaging specifico, quindi costi di produzione ad hoc, e una serie di decals altrettanto specifiche, solo su base bianca, perché fossero leggibili al meglio.

E adesso entriamo nel biopicco, parente dello share picco e di Maurizio Costanzo: nel settembre 2021, appena terminata la prima sessione di restauro della Fiat Tipo 1.4 Digit color Verde Izmir, del 1988, notoriamente fiore all’occhiello della collezione di Youngtimer Italia, lo scrivente Enzo Bollani e l’amico e collaboratore proto-fratello Nicola Balducci, si ritrovarono non tanto in una selva oscura, quanto a Savignano sul Rubicone. Erano giorni di festival letterari, era ancora caldo, e c’era un negozio di modellismo, aperto. Da fuori, non si sarebbe potuto troppo immaginare avesse questa rarità, sugli scaffali. E invece…

Non era nemmeno ricercata dal qui presente, sapendo quanto fosse difficile da trovare, ma è sbucata così, all’improvviso, con la sua confezione originale, pressoché intonsa, e con quel carico di nostalgia canaglia che solo una Tipo sa dare, figurarsi in una versione così tempo-localizzata.

Sono bastati 25,00 Euro, ed è entrata dritta dritta nella Tipo, rimanendo al suo interno, a mo’ di Matrioska. Se è vero che Gianni Giannini cantasse “C’è una topa sulla Tipo”, è anche vero che ormai, da quasi un anno, ci sia anche una Tipo nella Tipo. C’erano anche le formiche, nella Tipo, ma le abbiamo debellate a suon di Napalm, Agent Orange e residui di barili presi dalla Icmesa di Seveso, fintamente occultati in Svizzera e finiti in una delle discariche abusive del bresciano, nella Terra dei Buchi.

Ora la Tipo vive dentro la Tipo, e i ricordi sono vivi, intatti, salvati da possibili brutti finali. Chi volevate che comprasse, un modellino della Tipo, fuori dal web e fuori da ogni idea di logicità neuronal-modellistica?

I collezionisti sono persone pazze, e cercano l’ago nel lago, anziché nel pagliaio. Non abbiamo esempi migliori, perché sono andati esauriti anche quelli, come quei tempi di dirette infinite, tra un Fabrizio Frizzi e una Lorella Cuccarini, nell’eterna lotta tra la Rai e il Biscione.

Enzo Bollani. Modena, 24 maggio 2022.

Enzo Bollani

enzo.bollani@superposter.tv

Enzo Bollani nasce a Milano in una sera di maggio del 1981, quindi può definirsi un Youngtimer. Progettista, Musicista e organizzatore, ha esordito nel 1997 nel mondo della Televisione e della Discografia, lavorando principalmente in Rai e con artisti del calibro di Adriano Celentano, Lucio Dalla e David Bowie. Avrebbe voluto essere Architetto a tutti gli effetti, ma al momento disegna biciclette. Opera principalmente a Milano, ma è costantemente in movimento. Ha inventato questo simpatico sito, oltretutto.

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