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Save the Panda: presto, che è tardi! – Superposter
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Save the Panda: presto, che è tardi!

Sul finire della primavera del 2018, complice un ordine ricevuto dagli States su Ultramobile, progetto per certi versi analogo a SuperPista, le cui differenze sostanziali e di linea editoriale si renderanno più evidenti nelle prossime settimane, ho lanciato un altro progetto – questa volta satellite – chiamandolo “Save the Panda”.

Non sapevo che, di lì a poco, qualcuno avrebbe avuto idee simili, ma ciò non muta la sostanza dell’idea, oltreché la forma: salvare le Panda presenti sul territorio italiano, restituire nuova vita a esemplari di ogni annata, di ogni periodo, in quel ventennio abbondante, compreso tra il 1980 e il 2003, anno di lancio della 169.

L’attenzione è focalizzata, comunque, anche sulle 169 più belle o semplicemente strambe: dalla Alessi alla Cross; dalla Monster alla piccola bomba: la 100hp.

Forse, se l’amico Bryan da Philadelphia (non tutti sono di Nazareth) non avesse mai ordinato un poster dedicato alla Panda SuperNova, ossia la 141, non avrei pensato di dare autonomia e vita a un progetto come Save the Panda, ad oggi ancora poco più che embrionale, o comunque tutto da sviluppare, perché ogni progetto richiede tempo e molta attenzione.

Ha ragione Ennio Morricone, quando dice che l’idea rappresenti solo il 10%. Morricone si riferisce alla Musica, ma vale per qualsiasi cosa si decida di costruire, a patto che la si voglia realizzare nel miglior modo possibile.

E io, purtroppo o per fortuna, propenderei per il perfezionismo, o almeno per la cura di dettagli che normalmente passano in secondo piano, ed è questa la ragione per cui, un progetto anche apparentemente semplice, poi finisca spesso per diventare più lungo del previsto, nella sua stessa realizzazione.

Ad ogni modo, penso proprio che Save the Panda possa funzionare a pieno regime prima che la 169 diventi ufficialmente una Youngtimer, quindi eviterei di impiegare più di un paio di mesi, da qui all’organizzazione del primo raduno.

Nello stesso tempo, sia SuperPista, sia Ultramobile, punteranno la loro attenzione al primo e più importante tributo offerto alla piccola di Giugiaro (e di casa iDeA e Fiat, considerando le 169 et cetera): Pandino.

Si, perché Pandino è la Mecca, per i pandisti della prima ora, e perché tutto il mio rispetto e la mia stima vanno a chi ha avuto questa splendida idea, ironica, divertente, in piena sintonia con lo spirito di un’automobile che non è solo un’automobile, ma un Simbolo dell’Italia, della Cultura Popolare, non meno della 500: la nostra, cara, Panda. 

Save the Panda è uno dei giochi sui quali punterò di più, da qui ai prossimi mesi, e finalmente posso sbilanciarmi nel dirlo. 

Segnalo, intanto, l’ultimo salvataggio in ordine di tempo: una Jolly, del 1997. Destinata alla pressa, scampata al ragno in extremis.

Se un tempo snobbavo la Hobby e la Jolly, oggi ho iniziato ad apprezzarle e a non guardarle come 4×4 mancate o vorrei ma non posso. Anche se la Panda, se dev’essere una Panda sul serio, deve avere tutto meno che i vetri elettrici.

Un integralista pandamico, addirittura, si fermerebbe alla 45, o sceglierebbe solo il sound tosaerbe del bicilindrico 652.

Tranquilli, non arrivo a quel punto. Anzi, ora vorrei trovare una 100hp, e divertirmi come un giapponese, con la mia guida anglo-franco-italica, un po’ spericolata, un po’ anarchica. Molto Panda, quindi. 

Enzo Bollani | Torino, 2 febbraio 2019


Enzo Bollani

enzo.bollani@superposter.tv

Enzo Bollani nasce a Milano in una sera di maggio del 1981, quindi può definirsi un Youngtimer. Progettista, Musicista e organizzatore, ha esordito nel 1997 nel mondo della Televisione e della Discografia, lavorando principalmente in Rai e con artisti del calibro di Adriano Celentano, Lucio Dalla e David Bowie. Avrebbe voluto essere Architetto a tutti gli effetti, ma al momento disegna biciclette. Opera principalmente a Milano, ma è costantemente in movimento. Ha inventato questo simpatico sito, oltretutto.

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