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Nissan Sunny GTI-R: la Skyline in miniatura – Superposter
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Nissan Sunny GTI-R: la Skyline in miniatura

Se siete cresciuti negli anni novanta, siete cresciuti col mito della Skyline. Sì, perché la sportiva Nissan è stata un’ottima vettura allora come adesso, e anche i meno ferrati nel tema dell’automobilismo, nutrono un profondo senso di rispetto nei suoi confronti. L’acquisto della R34 Era il punto di svolta in Gran Turismo, quello che ti avrebbe permesso di vincere ogni gara, una volta modificata a dovere. Per non citare poi le apparizioni nella saga di Fast and Furious, di cui sapete già tutto.

Quello che forse non sapete è che nel 1990, se eravate innamorati della R32 (che in Italia non venne mai importata), c’era una sola strada percorribile per realizzare il vostro sogno, o almeno per andarci vicino: la Sunny.

Penserete che stia delirando, che sia blasfemia accostare un’onesta utilitaria da famiglia a un mostro sacro quale la Skyline, ma se ne aveste una di fronte sono sicuro che prestereste attenzione a quella sigla sul portellone posteriore: c’è scritto GTI-R. E non era solo il badge sul baule a rendere la macchina speciale.

In che modo una simil Almera, con una presa d’aria sul cofano e un alettone che sembra più una mensola da balcone, dovrebbe rappresentare un’alternativa in piccolo alla R32?

Beh, innanzitutto perché la GTI-R non era una semplice Sunny, ma un’auto da rally a tutti gli effetti.

In quegli anni il campionato era una questione a due fra la Lancia e la Toyota. Il mondiale era una sfida all’ultimo sterrato che difficilmente ammetteva un terzo contendente. Ma i giapponesi conoscevano il potenziale di marketing che ruotava attorno al circo rallystico e poco a poco vollero dire la loro. Dopo la già citata Toyota, dopo la Subaru e la Mitsubishi, anche la Nissan decise di buttarsi dentro.

Per far correre una Gruppo A era però necessario omologare almeno 5000 vetture “stradali”, delle versioni camuffate da far circolare nelle vie cittadine o sulle colline della provincia, come delle normalissime auto da usare tutti i giorni: erano i proverbiali lupi travestiti da pecore. Nel caso della GTI-R, il risultato si traduceva in un 2.0 sovralimentato da un turbo Garrett che spingeva la Sunny a 220 cavalli (lo stesso che con qualche accorgimento venne montato sulla Primera che trionfò nel BTCC del 1999). La potenza veniva scaricata a terra dal sistema di trazione ATTESA, che garantiva la sicurezza delle quattro ruote motrici, come sulla Skyline.

Ovviamente tutta questa tecnologia si pagava, e non poco, considerando il prezzo di listino a cui veniva venduta la vettura. Nel 1992 la piccola del Sol Levante costava quasi cinquanta milioni di lire, il doppio rispetto a una Golf GTI. Ma chi si prendeva l’onere di comprarla, si aggiudicava di fatto l’onore di guidarla, e le sensazioni che trasmetteva alla guida non facevano rimpiangere nemmeno un centesimo investito. Il propulsore pieno e rotondo, unitamente al compressore efficace e reattivo anche ai bassi regimi, offriva delle prestazioni a dir poco sbalorditive.

Se al semaforo ti fossi trovato accanto una GTI-R, la figuraccia sarebbe stata quasi assicurata: il cambio a cinque rapporti era settato come quello di una macchina da rally, con la quinta cortissima a vantaggio delle altre marce. La ripresa era un vero pugno nello stomaco: da zero a cento in sei secondi netti (solo un decimo più lenta della Corvette C4). Difficile stargli dietro oggi, pressappoco impossibile farlo trent’anni fa. Con un’accelerazione bruciante e una velocità massima che sfiorava i 230 km/h, la Sunny dava del filo da torcere persino alla Delta Integrale (la Evoluzione, mica la “Deltina” 4WD), che sappiamo tutti esser stata la Gruppo A più vittoriosa di sempre.

Nel solo mercato interno, era disponibile un kit speciale Nismo, per trasformare la propria Sunny GTI-R (che in Giappone si chiamava Pulsar) in una vettura da rally pronta all’uso. Il pacchetto prevedeva in dotazione delle chicche assolute, come il differenziale anteriore autobloccante e la rollcage interna, oltre a degli adesivi da corsa. Ironia della sorte vuole che in una gara d’accelerazione di 400 metri dove vennero schierate entrambe le vetture, fu quella di serie a vincere.

La Skyline in miniatura rimase in produzione fino al 1994, restando una chimera per pochi eletti, con circa 15.000 unità vendute. La carriera agonistica fu un’esperienza ancora più fugace: in due anni i migliori risultati del team furono ottenuti da Stig Blomqvist che si piazzò quinto al Safari Rally del 1991 e terzo al Rally di Svezia del 1992.

Oggi le Sunny GTI-R rimaste in Italia si contano sulle dita di una mano, ma se ne volete una non demordete: non è mai troppo tardi per realizzare un sogno, o almeno per andarci vicino.

Alessandro Giurelli | Roma, 28 dicembre 2019.

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