l’Uomo dei 1000 cavalli, Signore degli Anelli.
Per capire l’uomo Ferdinand Piëch, basta ricordare l’aneddoto riguardante la Bugatti Veyron.
Piëch era stato il promotore dell’acquisto del Marchio, e una delle direttive che diede ai progettisti per la nuova vettura era che avesse una potenza di 1000 cavalli. Un valore oltre ogni immaginazione.
Dopo mesi di studio e sperimentazioni, i progettisti raggiunsero risultati rilevanti, e li sottoposero a Piëch. Prima 700, poi 800, infine oltre 900 cavalli.
Cercarono di convincere il loro capo che la potenza raggiunta andasse ben al di là delle più rosee previsioni, ma lui fu irremovibile: o 1000 cavalli, o nulla.
Alla fine la Veyron rispettò il suo diktat, e riscrisse la storia delle hypercar, anche se fu un bel bagno di sangue per le casse del gruppo.
Non fu l’unico flop targato Piëch, che a volte andava “fuori strada” per colpa della sua passione per l’auto: ben ricordate sono la Audi A2, la VW Pheaton, e la New Beetle, anch’essa fortemente voluta da Piech.
Ma furono solo pochi passi falsi in una carriera fulminante e ricca di successi. Tra i maggiori successi, soprattutto l’Audi, passata in pochi anni da casa semisconosciuta, produttrice di tranquille berline ben costruite, a Marchio sinonimo di sportività e tecnica all’avanguardia, finendo per rivoluzionare l’intero concetto di marketing automobilistico.
Sotto la guida di Piëch, la Volkswagen duella con la Toyota (talvolta vincendo) per il posto di primo costruttore mondiale, acquisisce la “cugina” Porsche, fa incetta di marchi in giro per l’Europa (da Lamborghini a Ducati, tutte in cattive acque prima della cura Piech).
Dimessosi un attimo prima del Dieselgate, dimostrando lungimiranza – o quantomeno una gran fortuna – viene a mancare improvvisamente uno degli ultimi veri geni dell’Automobile.
Addio Ferdi, mancherai a noi e mancherai all’Automobile.
Antonio Cabras. Sorso, 27 agosto 2019.