Automotoretro: cedere alle tentazioni è la regola.
Alla fine della fiera, tutti sono stati alla fiera. O meglio, al Lingotto.
Tranne quelli che erano in Svizzera, argomento di cui parlerò più avanti, perché merita uno spazio ad hoc.
Pare che il mercato abbia iniziato a ragionare secondo regole un po’ meno folli, con venditori leggermente meno squali e prezzi, di conseguenza, allineati alle quotazioni corrette.
A parte alcune stranezze: una 132, bellissima, ma con alcuni lavori da fare e con una carrozzeria contraddistinta da un colore tanto inesistente in natura, quanto originale, in tutto e per tutto, veniva proposta alla modica cifra di 8500,00 Euro.
Documentandosi, pare che la medesima 132, per la cronaca in un verde Kawsaki Ninja, secondo quanto ironicamente riportato in un commento sul sito “Targhe nere”, provenisse da un capannone saturo di anomalie totali, di mezzi che possono piacere solo al sottoscritto, o a pochi altri pazzi, poco registrati.
I dubbi sono pochi, visto che la vettura era radiata già nel 2012, ma la certezza è soltanto una: il prezzo, salatissimo.
Salato o dolce, il tema – questa volta – non è il solito “ma quanto sono ladri” o “ma quanto sono impazziti”.
Il discorso è un altro: può, una 132, partorita in un CDA noioso della FIAT, disegnata con la squadra e il compasso (solo per le ruote e i fari anteriori), a cuneo un po’ si un po’ no, un po’ BMW e un po’ austerity di idee, essere proposta a un prezzo superiore alla Mercedes 200 W123 esposta al suo fianco?
Si. Perché il colore è raro, come è ormai rarissimo incontrare una 132, nel mezzo del cammin di nostra vita.
Tempo pochi anni, per non dire minuti, e le 132 saranno estinte. Perché, comunque, nessuno vuole essere Robin, e nessuno da loro il valore che meritano, fosse anche quello di non avere alcun merito, se non quello di avere rappresentato in pieno il lato oscuro degli anni ’70, la resistenza della Borghesia, quella della classe media quasi alta, a cuneo anche lei, anche geograficamente, silenziosa e utile a mandare avanti l’economia.
Quella classe che tutti vorrebbero annullare, come è stata annullata la presenza della stessa Fiat, in quella classe, in quel segmento di mercato: quello delle ammiraglie di rappresentanza, ma anche da famiglia.
Quindi, se da un lato una W123 a meno di 5000,00 Euro, in condizioni perfette, ora va presa al volo e appare quasi economica, anche se più quasi che economica, una 132 color assurdo va presa, soltanto per la rarità di un allestimento simile, ma a patto che si sia davvero pazzi o invasati verso un periodo storico ormai archiviato anche nella memoria collettiva, e che si sia disposti a distinguersi davvero.
Di tutto quello che c’era a Torino, la 132 è forse la più rappresentativa delle automobili esposte dai venditori.
Anche per il periodo in cui ci troviamo, in cui i parallelismi con gli anni ’70 sono molti, più di quanto si immagini.
Enzo Bollani | Paradiso, 4 febbraio 2019