è bello ciò che piace?
Martedì sera. Rozzano. Precisamente, parcheggio interrato del centro commerciale Fiordaliso.
Se siete Milanesi appassionati di auto, avrete già capito di cosa stiamo parlando: Corsico Cars Meeting. Sono passati ormai sei anni da quando si è tenuto il primo raduno in quel di Corsico (da cui il nominativo dell’evento) e ormai è diventato per molti un appuntamento fisso, attirando ogni settimana centinaia se non migliaia di appassionati. Consci di non poter andare avanti a lungo senza averlo sperimentato in prima persona, questa settimana abbiamo deciso di metterci piede anche noi, per raccontare a voi di Superpista e Youngtimer Italia le nostre impressioni.
Iniziamo col dire che la partecipazione all’evento è completamente libera e gratuita: basta recarsi sul luogo con la propria auto, senza iscrizioni o altre formalità. Ammirevole però che dietro questa apparente anarchia vi sia un’attenta organizzazione ad opera di alcuni ragazzi che, con tanto di “gilet giallo”, si occupano di accogliere i partecipanti, disporre le auto al meglio e mantenere il più possibile l’ordine. Al nostro arrivo ci siamo trovati davanti file e file di macchine parzialmente nascoste dalle persone che vi camminavano attorno, intente a commentarle e scattare foto. L’udito viene immediatamente stuzzicato dal rumore di scarichi modificati e non certo tenuti a tacere, elemento che annulla anche l’ultimo dubbio di trovarsi in un semplice parcheggio affollato.
Come di consueto per questi eventi buona parte dei partecipanti si presenta con piccole sportive, così passiamo davanti a gruppi di 500, Punto, Fiesta, Clio, Golf…. Poi l’occhio viene attratto da una forma più desueta: una bellissima DeLorean DMC-12 con le portiere alzate e l’hoverboard di Ritorno al Futuro sul sedile del passeggero. Rimanendo su auto di un certo livello, vi erano alcune Porsche, Corvette e una 4C. Nutrita anche la compagine di auto giapponesi dagli anni Novanta in poi, sempre care a molti appassionati.
Ci ha sorpreso anche vedere una Ford Taunus e una Giulia Gt pressoché originali, quasi che si trovassero lì per caso. Sì, perché va detto che per il resto di non elaborato c’era ben poco: cerchi, fari, scarichi, turbine, assetti, sedili sportivi, volanti a sgancio rapido, minigonne, alettoni, e l’immancabile laccio da traino con tanto di freccia ad indicarlo. È bello ciò che piace e sicuramente i proprietari vanno molto fieri delle loro auto proprio per come sono riusciti a personalizzarle. Io, da appassionato di automobilismo sportivo, apprezzo anche un certo tipo di elaborazione ma quando è troppo è troppo, e in alcuni casi ci è sembrato che fosse proprio così. Esteticamente si scade nella pacchianeria e dinamicamente si rovina, invece che migliorare, il comportamento dell’auto. Quando poi si mette mano su modelli che iniziano ad avere una certa età, l’intervento diventa ancora più difficile da comprendere e giustificare, visto che già il fatto di guidare un’auto che sta scomparendo dalle strade (magari conservandola in modo impeccabile) potrebbe essere un’ottima espressione di personalità. Come Youngtimer Italia, poi, ci auguriamo che su queste le modifiche siano il meno invasive e più reversibili possibile, in modo da non mettere a repentaglio la salute (e il futuro valore) del veicolo.
Insomma ne siamo usciti con sentimenti contrastanti.
Sicuramente abbiamo visto tantissima passione (molto bello l’aver notato alcuni bambini portati e istruiti dai padri) e questo non può che far bene in un panorama sociale in cui le quattro ruote sono sempre più demonizzate e faticano ad attrarre appassionati come pochi decenni fa. Dove poi stia il confine tra la passione e il rovinare un’auto è difficile dirlo, quindi lo lasciamo alla vostra sensibilità (anche se quando si arriva ai brillantini e alle lucine colorate al centro dei cerchi, rimangono pochi dubbi).
Comunque ci torneremo sicuramente, perché la passione (nostra e degli altri) ci attira inesorabilmente. Se siete della zona vi invitiamo a fare lo stesso: potrebbe essere una buona occasione per conoscersi di persona e confrontarsi in materia!
Andrea Cartapani. Milano, 20 settembre 2019.