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Taycan: Porsche mette il turbo all’elettrico – Superposter
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Taycan: Porsche mette il turbo all’elettrico

 

Da mesi era stata annunciata e parzialmente svelata, ma finalmente il 4 settembre ha fatto il suo debutto ufficiale la Porsche Taycan, la prima vettura completamente elettrica della casa tedesca.

Non è una novità che le case costruttrici stiano investendo molto nello sviluppo di questo genere di veicoli, ma a noi appassionati la l’elettrico fatica ad andare giù e si discute ad ogni nuovo annuncio. In particolare tendiamo a storcere il naso quando, come in questo caso, è un costruttore di auto sportive ad adottare questa tecnologia.

Del resto si era discusso anche quando quindici anni fa Porsche, con grande lungimiranza sull’andamento del mercato, aveva presentato il suo primo SUV, scelta che almeno dal punto di vista degli incassi si rivelò estremamente fortunata. Ora, nuovamente con un certo anticipo, ha lanciato sul mercato questa berlina quattroporte che come dimensioni si pone a metà fra la 911 e la Panamera, ma ovviamente in una fascia di mercato diversa. Curiosa la scelta dei nomi dei modelli: Turbo e Turbo S, per distinguere i due diversi livelli di potenza. Scelta fatta per mantenere l’uniformità con il resto della gamma, ma discutibile visto che, trattandosi di auto elettriche, di turbocompressore non c’è assolutamente traccia.

Quel che c’è, invece, e che accomuna entrambe le versioni con le altre Turbo della casa, è l’elevata potenza: ben 625 cavalli che con la funzione di Overboost salgono a 680 e addirittura 761 per la S. Altissima anche la coppia (come su tutte le elettriche) che arriva a 850 e 1050 Nm. Tale spinta è fornita da due motori sincroni a magneti permanenti posizionati sui due assi, che forniscono all’auto una trazione integrale completamente regolabile modulando l’erogazione dei due propulsori. Il risultato di tale dotazione è uno scatto da 0 a 100 in soli 2.8 secondi, fra i più veloci dell’intera gamma Porsche nonostante la notevole stazza di più di 2300kg. Per mascherare questo valore anche dal punto di vista della guidabilità, l’auto è stata dotata di quattro ruote sterzanti, sospensioni adattive, aerodinamica attiva e torque vectoring. Risultato? Un giro al nurburgring in 7 minuti e 42 secondi.

Del resto che Porsche sappia costruire auto veloci non è una novità, ma è interessante notare che anche senza tutti questi sistemi elettronici, con 100 cavalli in meno e alla metà del prezzo, una Giulia Quadrifoglio può girare in dieci secondi in meno. Sarà forse ovvio ma continueremo a ripeterlo: un’auto per andare veloce deve essere anzitutto leggera! Purtroppo però è proprio questo uno dei tasti dolenti dell’elettrico: oggi per raggiungere autonomie sufficienti (in questo caso circa 400 km) è necessario dotarsi di circa mezza tonnellata di batterie. Per quanto queste vengano poste nel pianale dell’auto per mantenere basso il baricentro (seguendo l’esempio di Tesla), il peso aggiuntivo non può che influire negativamente sulla dinamica dell’auto. È interessante tuttavia che Porsche abbia sviluppato un sistema elettrico che lavora a 800 Volt invece dei normali 400.

Questo permette di emettere la stessa energia dimezzando la corrente, il che significa che si possono usare cavi più leggeri e allo stesso tempo rendere più rapida la ricarica (dichiarano soli 5 minuti per ottenere 100km di autonomia e 22 minuti per avere l’80% di carica).

Innovativa anche la scelta di dotare il motore posteriore di un cambio automatico a due rapporti per aumentare l’efficienza alle alte velocità, configurazione desueta dato che normalmente si può sfruttare la grande elasticità del motore elettrico per eliminare completamente questo componente. 

Insomma bisogna riconoscere che Porsche è stata in grado di far fruttare il proprio reparto ingegneristico per mettere sul mercato un prodotto tutt’altro che banale, pensato non soltanto per soddisfare ecologisti chic. Anche perché, diciamolo, un’auto di questo genere di realmente ecologico ha ben poco (ma di questo parleremo in un articolo dedicato). Quel che è certo, però, è che ai veri appassionati del marchio e di auto sportive mancherà l’inconfondibile suono del sei cilindri boxer.

Pare che a Stoccarda lo sappiano, visto che hanno inserito l’opzione “Porsche Electric Sport Sound” che enfatizza il suono del motore elettrico sia all’interno che all’esterno del veicolo (potete anche trovare una registrazione nel Media Center del sito della casa). Insomma, oltre al danno, la beffa. 


Andrea Cartapani. Singapore, 9 settembre 2019.

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