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Dalla Russia, col generatore. – Superposter
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Dalla Russia, col generatore.

Circolano notizie molto controverse, molto acchiappalike, molto Acchiappalì (citando Luca Bottura, che così chiamava una trasmissione cringe di TeleStudio Modena, di inizio anni 2000, in cui andava anche chi vi scrive), sulla presunta e poco dimostrabile voglia dei russi di tornare all’800.

Ma non l’800 degli Zar, delle vacanze a Sanremo o a Bordighera. Si parla dell’800 in senso pre-sovietico, pre-civiltà industriale, pre tutto. Castro Pretorio, anche.

qui non era ancora creepy, ma ci si avvicinava: la Zhiguli.

Insomma, si dice in giro che i russi torneranno a omologare automobili senza ABS, senza airbag, o addirittura con le ruote quadrate, che dimostrabilmente possono spostare le montagne.

Se ne dicono di parole, ma l’unica certezza, a parte quella di piacere, ma a patto che ti spruzzi addosso un po’ di bioetanolo e poi esci in 348 Spider, è quella che i francesi abbiano detto addio alla terra di Putin, prossima ad essere più cinese che altro, perché Putin non sarà eterno e non avrà un erede degno della stessa capacità di apporre prosciutti sugli occhi ai suoi sudditi. Per meglio dire: schiavi.

Se l’Europa prosegue con il delirio dell’elettrico, e persino Formigli, uno che di auto ne capisce molto, e che gira o girava con una 911 Targa di un bellissimo verde metallizzato, presumibilmente e verosimilmente 2,7, viene addirittura semi-zittito dai proto-testimoni di non si sa cosa, ma peggio di quelli che suonano ai citofoni, di antielettricismo in forma di rischio di allontanamento dalla TV, è anche vero che l’informazione acchiappatrice di like passi anche da queste stronzate.

la terribile Moskvič

La Russia non ha fame di semiconduttori, in modo diverso dall’Europa. Anzi. Il problema è più nostro che loro, perché Russia e Cina sono amiche, compagne di merende, e la Cina ha tutto l’interesse nel vendere i suoi rottami male copiati in terra post-sovietico peggio di quando lo era.

La Cina avrà anche tutto l’interesse nel vendere i semiconduttori, o addirittura a farli produrre direttamente nelle fabbriche abbandonate dagli europei, vedi Renault, e a ristabilire uno pseudo ordine di cose antecedente all’Era Boris Eltsin, precedente alla Perestrojka, precedente all’andare avanti, anziché indietro.

Manca solo l’incendio dei libri e delle biblioteche, ma l’Informazione deviata russa sta facendo di meglio, così come quella italiana e occidentale.

La gara a chi la spara più squallida, ma soprattutto senza esclusione di colpi, persino sul tema dell’Automobile.

In Russia, di auto europee, gli oligarchi ne vedranno ancora tante. Il problema è che Mercedes non potrà più vendere lì le Classe A, ed è per questo che spariranno molto presto, anche dai listini dell’ex Occidente liberato dagli americani.

vacanze prussiane? No, nemmeno Alpitour…

Il problema, perché il dubbio ci mette pochissimo a diventare problema, un po’ come la ruggine sulle Alfasud, è che probabilmente sparirà la classe media, dalle nostre parti, e non soltanto la Classe A, della quale faremmo a meno a prescindere, perché una Renault a trazione anteriore va anche bene, ma una Renault travestita da Mercedes, che si fa dare persino del tu e che ti parla come una Renault 11, non si può accettare nemmeno nel peggiore incubo post nottata da Mc Donald’s. Altro colosso che ha lasciato la terra delle matrioske.

Come andrà a finire? Male.

Finirà con la disastrosa disfatta dei motori elettrici, con la fine del mito di Elon Musk, bravissimo a far parlare di se, a dire di voler rimettere la cocaina nella Coca Cola, con la fine del mercato russo per il Lusso, con la fine della motorizzazione e delle nuove abitudini che cercano di inculcare, sapendo siano costose il triplo rispetto a prima, e che portino a una disfatta ecologica senza ritorno.

la fantasia perversa dei pubblicitari ha fatto immaginare una Russia borghese, con amanti dell’equitazione, vestiti come se stessero andando per le campagne del West Sussex.

Circa la Terza Guerra Mondiale: costa troppo. Meglio distruggere i neuroni, un po’ per volta, meglio disorientare, meglio isolare le persone a ondate, un po’ si, un po’ no, un po’ forse, e abituare il pubblico a un continuo gioco al massacro.

Questo, forse, è solo l’inizio. E se la Russia tornerà alle Fiat 124 chiamate come le caramelle vendute in farmacia, allora sarà meglio tornare a quello che la cocaina non la metteva nella Coca Cola, e che si è limitato a distruggere l’Alfa Romeo, l’Innocenti, la Lancia e tutto l’ordine sacerdotale.

Staremo a vedere, ma è veramente subdolo, oltreché non credibile, veicolare un messaggio tale per cui la gente dovrebbe credere che la Russia tornerà agli anni ’60.

Allora torniamoci anche noi, e ridateci la Miura, Little Tony, i Camaleonti o Rita Pavone e la sua Jaguar E, rosa.

E le mezze stagioni, così risparmiamo sui climatizzatori.

Enzo Bollani. Modena, 22 maggio 2022. O 1922.

Enzo Bollani

enzo.bollani@superposter.tv

Enzo Bollani nasce a Milano in una sera di maggio del 1981, quindi può definirsi un Youngtimer. Progettista, Musicista e organizzatore, ha esordito nel 1997 nel mondo della Televisione e della Discografia, lavorando principalmente in Rai e con artisti del calibro di Adriano Celentano, Lucio Dalla e David Bowie. Avrebbe voluto essere Architetto a tutti gli effetti, ma al momento disegna biciclette. Opera principalmente a Milano, ma è costantemente in movimento. Ha inventato questo simpatico sito, oltretutto.

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