l’Inquinamento, questo sconosciuto.
Nelle ultime settimane, dopo il discorso di Greta Thunberg all’Onu, si è riacceso più che mai il dibattito riguardante l’inquinamento, anche nella nostra nazione sentito a tal punto da portare centinaia di migliaia di ragazzi nelle piazze.
È un argomento grave ed è giusto che pervada l’opinione pubblica, poiché è sempre più urgente agire in qualche modo per salvaguardare l’ambiente in cui viviamo e che, ricordiamolo, ha un pesantissimo impatto sulla nostra stessa salute. È tuttavia anche un tema molto complesso e sfaccettato, non è possibile affrontarlo per semplice presa di posizione, accanendosi contro pochi capri espiatori. Cercherò quindi di darvi in questo articolo una visione più completa e il più possibile oggettiva, per permettervi di giudicare al meglio determinate scelte.
Si definisce inquinamento qualunque cosa alteri lo stato di un ambiente e può derivare all’operato umano o dalla natura stessa; può riguardare l’atmosfera così come il suolo o l’acqua; può essere di natura chimica, biologica, fisica, luminosa, sonora … basta aprire l’indice di Wikipedia per rendersi conto di quante sottocategorie vi siano. Per non generare ulteriore confusione, e per non dilungarmi troppo, analizzerò in questo articolo principalmente l’inquinamento dell’aria, forse il più di scusso e quello su cui vi è più confusione.
È doveroso partire dal surriscaldamento globale, sdrammatizzato in inglese con la dicitura “climate change”, ovvero l’innalzamento della temperatura media sul nostro pianeta, particolarmente grave ed evidente ai poli. Questo è causato dall’accumulo di gas serra, prima fra tutte (ma non unica) l’anidride carbonica. La CO2 è generata da tutti i processi di combustione, da svariati processi industriali (come la trasformazione di minerali e la produzione di metalli), così come dalla respirazione di animali e vegetali. Come si studia alle elementari, al contrario, la fotosintesi svolta dalle piante elimina CO2 rilasciando ossigeno, dunque anche la deforestazione incide negativamente sul bilancio di questo gas. Nell’ultimo secolo la concentrazione di CO2 nell’atmosfera è cresciuta vertiginosamente, ma a cosa è dovuto tutto ciò? Secondo i dati della Commissione Europea solo il 15% della CO2 è prodotta dalle tanto additate automobili, con un altro 5% prodotto dai mezzi pesanti. Su scala mondiale addirittura i trasporti producono complessivamente solo il 15%, a fronte di industrie, agricoltura e produzione di energia elettrica che segnano ognuna più del 20%.
Va inoltre segnalato che le auto elettriche, considerate dalla legislazione a emissioni zero, in realtà emettono a causa della loro produzione e dell’energia elettrica che consumano, una quantità di CO2 che può arrivare ad essere pari a quella di una tradizionale auto a combustibile.
Un altro importante inquinante (forse peggiore per la qualità dell’aria nelle città) è il particolato atmosferico, noto con la sigla PM10. Questo è sostanzialmente un insieme di particelle molto piccole, grandi circa un decimo dello spessore di un capello umano, che quindi rimangono in sospensione nell’aria. Causa problemi alle vie respiratorie e quando le particelle sono di dimensioni ancora più piccole può avere effetti cancerogeni. Il particolato è sostanzialmente ciò che rende nero il fumo dei vecchi diesel (sprovvisti, appunto, del filtro anti particolato) ed è anche la polvere finissima, così difficile da pulire, che si deposita sulle auto, in particolare sui cerchi (poiché viene rilasciata dai freni e dalle gomme).
I PM10 sono tristemente noti agli automobilisti poiché quando la loro concentrazione supera una certa soglia scattano i fastidiosi blocchi del traffico. Peccato che secondo uno studio svolto in Lombardia, le auto siano responsabili solo di poco più di un quarto del particolato emesso: 14% a causa dei condannatissimi diesel e 13% a causa di freni e gomme. Di contro ben il 45% proviene da caminetti e stufe a pellet; il restante 28% da industria e centrali termiche. Perché allora le stufe a pellet sono soggette a forti incentivi economici, mentre i diesel vengono sempre più esclusi dai centri cittadini?
Vi sono poi gli ossidi di Azoto, noti come NOx, che vengono prodotti dalle combustioni ad alta temperatura in cui l’azoto e l’ossigeno presenti nell’aria reagiscono legandosi fra di loro. Queste sostanze, se presenti in quantità eccessiva nell’aria, causano problemi alle vie respiratorie e sono associati al fenomeno delle piogge acide. Le emissioni in questo caso provengono per circa il 40% delle automobili, ma grazie all’adizione dei convertitori catalitici e delle valvole EGR sono state fortemente ridotte. Addirittura nelle città italiane la concentrazione di questo inquinante si è dimezzata rispetto all’inizio degli anni duemila, tornando nella gran parte dei casi al di sotto della soglia considerata sicura.
Infine non si può non citare un inquinante che ha fatto parlare molto di sè a inizio estate, quando è emerso uno studio secondo cui le grandi navi da crociera ne emettono una quantità venti volte superiore a quello generato da tutte le auto che circolano in Europa. Stiamo parlando degli ossidi di zolfo (SOx), i cui effetti sulla salute umana e sull’ambiente sono analoghi a quelli degli ossidi di azoto.
La causa di una così massiccia emissione da parte delle navi è l’uso di combustibili meno raffinati rispetto a benzina e gasolio, che dunque contengono una quantità molto maggiore di zolfo (va sottolineato che solo per quanto riguarda questo inquinante le navi sono peggio di tutte le auto, non si può parlare negli stessi termini dell’inquinamento in senso generale).
Insomma, sicuramente l’inquinamento è un problema importante di cui va tenuto conto a livello personale e legislativo. Dispiace, però, che a farne le spese siano troppo spesso le auto e gli automobilisti che non sono l’unica causa di emissioni e nemmeno la principale. Così come si impongono limiti sempre più stringenti sui veicoli privati andrebbero imposti limiti e controlli altrettanto severi ad esempio sui riscaldamenti condominiali (spesso tenuti a temperature decisamente troppo elevate), sull’uso dei condizionatori (analogamente impostati a temperature ingiustificatamente basse), su altri mezzi di trasporto come navi e aerei, sulle già citate stufe a pellet, e su tutte le altre forme di inquinamento e spreco di energia.
Ah un’ultima cosa, quelle che vedete nell’immagine in alto, spesso poste a sfondo dei servizi sull’inquinamento, non sono enormi ciminiere, bensì torri di raffreddamento. Al loro interno viene fatta piovere acqua calda al fine di raffreddarla, come in una sorta di doccia gigante e quello che ne esce è solo ed unicamente vapore acqueo. Sappiatelo.
Andrea Cartapani. Milano, 7 ottobre 2019